Già a quel tempo gli organi di gestione del VOG erano convinti che la nostra merce di qualità sarebbe riuscita ad imporsi sulle produzioni degli altri paesi. Così i frutticoltori sono sempre stati esortati a puntare al „miglioramento della qualità della nostra frutta, portandola al massimo livello possibile“; ciò attraverso opportune misure di cura agronomica, la giusta scelta delle varietà e la riduzione della merce di qualità inferiore. La qualità da sola non basta, tuttavia, a garantire le vendite, e per questo si è ritenuto di avviare un’adeguata pubblicità che evidenziasse la buona qualità della nostra frutta.
Fallito il tentativo di creare un proprio marchio di tutela per tutta la frutta dell’Alto Adige, l’11 giugno 1960 le cooperative riunite nel VOG fondarono il „Schutzring der Südtiroler Obstgenossenschaften“, istituto per la tutela delle cooperative frutticoltori che, 10 anni più tardi, si è unito tramite fusione al VOG, cosicché da tale momento il Consorzio stesso si occupò direttamente della pubblicità.
Quanto seriamente i responsabili del VOG prendessero tale obiettivo risulta dalla delibera allora adottata, secondo la quale i dirigenti delle cooperative frutticoltori si impegnavano a far sì che „la merce contrassegnata con il marchio della cooperativa si distinguesse in qualsiasi momento qualitativamente e nell’autenticità varietale da quella delle aziende esterne all’organizzazione, e ciò non solamente dietro pressione del controllo, bensì per propria libera scelta“. Inoltre, con la costruzione di magazzini frigoriferi e la realizzazione delle prime celle ad atmosfera controllata, nell’anno 1960 si è potuto estendere il periodo di commercializzazione all’intero anno.